Tutto s’illumina!
La neve non è altro che acqua ghiacciata. Ma se l’acqua è trasparente, come può apparire bianca la neve? La spiegazione sta nella struttura della neve. A differenza del ghiaccio, per esempio, nel caso della neve, la luce del sole colpisce innumerevoli piccoli cristalli di ghiaccio che riflettono la luce più e più volte. In questo modo, viene riflessa l’intera luce del sole che, comprendendo l’intero spettro dei colori, risulta bianca.
Le nuvole offrono poco riparo dal sole, spesso filtrano soltanto il dieci per cento dei raggi UV. Inoltre, anche la neve riflette i raggi del sole, arrivando quasi a raddoppiarne l’effetto. Una possibile conseguenza è la cecità da neve, una specie di ustione della retina.
In alta montagna, non soltanto l’aria è più fresca e chiara. Anche la luce acquista intensità, in virtù dell’azione filtrante dell’aria: più breve, infatti, è il percorso dei raggi UV attraverso l’atmosfera, più aumenta la loro intensità. Quindi, scalando una montagna, si accorcia la distanza dal sole e a ogni 1.000 metri di altitudine in più, i livelli di UV aumentano fin del 20%. Un altro buon motivo per non dimenticare la protezione solare e gli occhiali da sole in montagna.
Da sempre, l’uomo associa la luce alla gioia di vivere e alla vita stessa. Non a caso, infatti, la luce ha svariati effetti sul corpo. Non solo stimola la formazione di vitamina D, ma controlla anche il rilascio di melatonina, un ormone che è responsabile per il nostro ritmo circadiano. Mediante un recettore situato nell’occhio viene misurata la luminosità. Il risultato: in caso di luminosità, il rilascio di melatonina viene inibito e ci sentiamo in forma. Quando è buio, viene prodotta più melatonina e avvertiamo stanchezza. È per questo che i medici consigliano di fare regolarmente passeggiate ed escursioni d’inverno.